La mia metodologia

Prima di essere counselor della Riprogrammazione Esistenziale, sono una persona difronte alle scelte della vita e, pertanto, è dalla vita che ho imparato a vivere e a coltivare un sentimento nei confronti dell'Umano divenuto successivamente professione di supporto, sostegno e aiuto.

Il mio approccio è di tipo evoluzionistico darwiniano, e questo vuol dire che parto dall'idea che programmare e riprogrammare l'esistenza delle persone è insito nelle leggi della natura: SI PUO' EVOLVERE RISPETTO A QUALUNQUE SITUAZIONE perché è la natura che ha stabilito questa possibilità! Ovvero, nella natura c'è un principio organizzatore interno che si esprime in uno scopo: FARE IN MODO CHE LE NOSTRE INFORMAZIONI, le nostre storie, PERDURINO NEL TEMPO di generazione in generazione... In che modo? Questo lo scoprite attraverso un percorso di counseling della Riprogrammazione, cioè un percorso nel quale le vostre informazioni riguardanti la vostra vita di oggi assumono un valore, un'importanza, un ruolo per le scelte del futuro; un percorso d'integrazione tra la vostra natura (temperamento) e la cultura (educazione, contesto di vita, esperienze lavorative, affettività) in cui siete calati. Lo scopo è "perdurare", fare in modo che la nostra esistenza sopravviva e sia riproducibile attraverso una ri - armonizzazione tra queste due parti per creare l'Uomo e la Donna che profondamente siamo! Si tratta, quindi, di un viaggio bellissimo che ha in se stesso il senso dell'EVOLUZIONE... 


Di qui la necessità di formarsi  per acquisire il "metodo dell'aiutare creando".
Non si può pensare di aiutare qualcuno, per esempio nella risoluzione di un problema familiare, senza seguire una procedura specifica di analisi e di codifica del PROBLEMA. L’aiutare si basa, cioè, sulla formulazione e riformulazione di ipotesi costruttive, logiche e possibili che scaturiscono da un lavoro d’indagine sul problema portato dal consultante, ovvero dal Cliente, di raccolta di dati e di elementi più o meno importanti per l’interpretazione dello stesso. Dunque, almeno in apparenza, nulla che abbia a che fare… col CUORE, e con il sentire. Nulla che faccia pensare ad emozioni condivise, ad un rapporto d’ intersoggettività in cui i contenuti trattati viaggino in modo biunivoco tra consultante e consulente allo scopo di verificare le ipotesi formulate, i punti deboli e i punti di forza di quella che man mano diventa una relazione di fiducia.
 Ma come fare a consolidare una relazione, qualunque relazione, senza metterci il cuore? Ebbene, è questa la sfida che il Cliente mi lancia ma è questa la Sua, la Vostra, vera richiesta d’aiuto: essere aiutati ad amare e ad essere amati in un’oscillazione continua tra rapporti stabili e rapporti allentati; tra relazioni vere e relazioni virtuali, tra questioni serie e questioni meno serie. In questa oscillazione, il mio compito è essere presente per mediare i passaggi intermedi, per valorizzarli e per trasmettere sempre e comunque l’idea che ogni passaggio è fondamentale per l’esercizio della LIBERTA.'